Legno vivo: la Storia incisa

Da oltre un decennio, siamo in possesso dell'opera: « CADORE Architettura e Arte », un contributo significativo alla storiografia dell'architettura e dell'arte del Cadore, curato con dedizione da Maria Silvia e Antonella Guzzon. Quest'opera rappresenta un tassello fondamentale nella comprensione del panorama culturale e architettonico di questa regione. È tuttavia essenziale avvicinarsi ad ogni opera con una consapevolezza critica, riconoscendo che l'esplorazione del passato, per sua natura, si confronta inevitabilmente con la sfida rappresentata dalla limitata disponibilità o talvolta dall'assenza di fonti storiche pienamente documentate... Questa circostanza, lontano dal diminuire il valore dell'opera, sottolinea piuttosto la dinamicità, il fascino e la complessità dell'indagine storica ed architettonica.

Un aspetto particolarmente affascinante riguarda, ad esempio, la casa situata a Lorenzago « sul primitivo tracciato di collegamento tra Gortina e Vila ove si trova casa De Lorenzo Nodare ora B. Un'antica dimora signorile dei secoli XVI-XVII come testimonia la presenza di stipiti in pietra, della stua interamente rivestita in legno con fregi intagliati di essenze differenti, rosette dorate sul soffitto, di ambienti decorati a fresco con figure e motivi vegetali a fascia, di una loda a volto reale, ovvero voltata a botte. Quasi certamente la casa di un notaio de chi de Nodare appunto, di cui si conserva un repertorio di segne de ciasa, le sigle usate un tempo dalle famiglie come marchio di proprietà, intagliato in prossimità della soglia della finestrella nello studio. La pianta è sui generis, perché si adatta spontaneamente all'altimetria del terreno, cosa che contribuisce alla diversità delle facciate; presenta inoltre due autonomi ingressi, due fuochi distinti, due lode, l'una trasversale l'altra laterale, rare a Lorenzago, infine stipiti esterni ora inglobati e dislivelli tra solai. Tutti questi elementi inducono la congettura che si tratti di un edificio composito, risultato della fusione di due unità abitative soggette già in epoca remota a modifiche e aggiunte1».

Considerando ciò, emerge un interrogativo cruciale riguardo all'attribuzione storica della proprietà dell'edificio alla famiglia De Lorenzo Nodare, quando evidenze storiche documentate indicano che la casa era di proprietà della famiglia Fabbro Tauroi già da tempi remoti. A sostegno di ciò, anche il segno di casa più chiaramente leggibile, infatti, identifica la famiglia Fabbro piuttosto che quella De Lorenzo... Inoltre, un aspetto trascurato nell'opera è la copertura originaria del tetto che era in scandole di larice, sostituita in tempi più recenti con materiali molto meno nobili che risultano, ora, anche tappezzati di diversi colori. Tale modifica, emblematica delle trasformazioni subite, avrebbe meritato un'approfondimento per fornire ulteriori spunti di memoria e narrazione, per una valutazione dapprima estetica e successivamente culturale sulle implicazioni etiche del rispetto delle tradizioni...



  • Il segno di casa descrittoNozze Celotta-Savini
    Il segno di casa descritto
  • Segno e attribuzione nella Polizza dei segni del 1753Segno e attribuzione nella Polizza dei segni del 1753
    Segno e attribuzione nella Polizza dei segni del 1753, trascrizione apparsa nei Segni nelle Dolomiti Orientali
  • icnografiaicnografia
    La casa in questione col tetto in scandole di larice
Note

1. Cadore, Architettura e arte. Ediz. italiana e inglese di Maria Silvia Guzzon e Antonella Guzzon, Editore: Tamari Montagna, Data di Pubblicazione: 1° gennaio 2008, pagina 71
Bibliografia

1. Cadore, Architettura e arte. Ediz. italiana e inglese di Maria Silvia Guzzon e Antonella Guzzon, Editore: Tamari Montagna, Data di Pubblicazione: 1° gennaio 2008
2. Segni nelle Dolomiti orientali di Gianni Pais Becher e Ada Martella, Comunità Montana Centro Cadore, 1998
3. Segni di Casa lorenzaghesi di Bruno De Donà, Archivio Storico di Belluno Feltre e Cadore, N. 232
4. Il marchio di casa nell'uso italiano, La ricerca folklorica - n. 5, Grafo edizioni, aprile 1982